VISITA DEL CANTON TICINO AL CANTONE DI BASILEA-CITTA'

Giovedì 20 settembre 2002

Saluto della Presidente del Consiglio di Stato ticinese
Avv. Patrizia Pesenti


Signor Presidente,
signore e Signori Consiglieri di Stato, 
cari colleghi,
Signori Cancellieri,

a nome del Consiglio di Stato ticinese intendo esprimere i ringraziamenti al vostro Governo per questo invito. Una gratitudine particolare va al vostro presidente Consigliere di Stato Carlo Conti.

E’ sempre molto interessante poter incontrare i Governi di altri cantoni e confrontare le realtà cantonali e il nostro lavoro politico. Mi auguro che anche questa giornata possa essere occasione per una migliore conoscenza specifica personale e per rinsaldare i vincoli tra i nostri due cantoni che non risalgono di certo a ieri.

Basilea e Ticino sono realtà ben diverse. La vostra è una realtà urbana. Siete il secondo agglomerato urbano della Svizzera per numero di abitanti e, soprattutto, siete una città-cantone. Il territorio ticinese, invece, oltre a quattro poli urbani, comprende molte valli con piccoli villaggi.

I nostri due cantoni hanno, però, anche punti in comune. In primo luogo sono cantoni di frontiera che hanno avviato collaborazioni molto strette in diversi settori con le regioni confinanti: voi con la Regiobasilensis, noi con la Regio insubrica che oltre al nostro cantone comprende le province italiane di Como, Varese e Verbania-Cusio-Ossola. Voi basilesi siete stati in Svizzera i precursori della collaborazione transfrontaliera ed ancora oggi gli altri cantoni di frontiera guardano alla Svizzera Nord-occidentale come a un modello dal quale trarre ispirazione.

Verso la frontiera gli abitanti dei nostri due cantoni hanno però assunto un diverso atteggiamento. Il vostro all’insegna dell’apertura; il nostro all’insegna se non della chiusura di un timore largamente diffuso nell’opinione pubblica. Lo si è visto in occasione delle votazioni sullo Spazio economico europeo nel 1992 e sugli Accordi bilaterali nel 2000. La differenza la si spiega con il fatto che Basilea è il polo principale della vostra realtà transfrontaliera; il nostro cantone si trova invece a poco più di quaranta chilometri da una tra le più importanti metropoli europee, Milano. La Lombardia è poi una delle regioni europee economicamente più vivaci.

I nostri due cantoni, per tornare ai punti in comune, si trovano poi sull’asse di transito più diretto tra nord e sud ma anche tra i più trafficati. L’autostrada lungo la dorsale del San Gottardo è quotidianamente intasata di autocarri. E’ ormai diventato il corridoio d’Europa, con tutte le conseguenze negative locali a livello ambientale e per la salute della popolazione.

In passato la posizione geografica del cantone Ticino lungo questo asse ha assicurato benessere e sviluppo. Oggi non è più soltanto così. Le conseguenze negative si fanno sentire ad esempio in termini di carico ambientale e di perdita dell’attrattività turistica del nostro cantone. Per questa ragione il Ticino non può più far dipendere il proprio sviluppo da questa posizione tra Nord e Sud. Il nostro Cantone deve perciò andare oltre i concetti di spazio d’intermediazione  tra Nord e Sud o di economia di connessione . Queste sono rappresentazioni riduttive, che non collimano con il ruolo propositivo e le aspirazioni del Ticino di oggi.

Certo, il peso specifico del Ticino non ci permette di influenzare il corso degli eventi. Il nostro cantone può inserirsi in questi cambiamenti, adottando non soltanto delle politiche reattive, ma valorizzando le potenzialità che ci sono sul nostro territorio. Così, negli anni ’90 sono stati realizzati importanti progetti. A tutti gli effetti il Ticino è stata riconosciuto come un cantone universitario. L’Università della Svizzera italiana, con le tre facoltà di Architettura, Economia e Scienze della comunicazione, è una realtà in via di consolidamento. Il Cantone ha poi istituito la Scuola universitaria professionale, promossa a pieni voti dalla Confederazione sia per la qualità dell’insegnamento che per il livello della ricerca. In modo indipendente è poi sorto e si è sviluppato un polo tecnologico di rilievo internazionale comprendente il Centro svizzero di calcolo scientifico, l’Istituto di ricerca in biomedicina e l’Istituto oncologico della Svizzera italiana.

Il nostro cantone sta lavorando per la creazione di un parco tecnologico ticinese, denominato Biopolo Ticino. Abbiamo le potenzialità per riuscire in questo progetto, anche se è ben lungi da noi l’idea di far concorrenza a Basilea con la sua affermata industria chimico-farmaceutica.

In questi anni il Ticino ha saputo forgiare una sua identità. Del nostro Cantone vogliamo veicolare l’immagine di un Ticino innovativo, creativo e progettuale. Non soltanto in campo economico.

Il Ticino della piazza finanziaria luganese è anche il Ticino del Festival del film di Locarno, è anche terra di artisti, scrittori (Giovanni Bonalumi, ad esempio, è stato per molti anni professore di letteratura italiana alla vostra Università ), di affermati ricercatori e di architetti famosi (la vostra città ospita ad esempio il Museo Tinguely ideato da Mario Botta).

Questo Ticino progettuale trova la sua naturale collocazione in un sistema federalista quale quello del nostro paese . Un federalismo che va però rivitalizzato, dando più autonomia ai cantoni. Centrale in questo processo di riforma è il progetto di nuova perequazione finanziaria tra la Confederazione e i Cantoni che, al di là dei suoi complessi aspetti tecnici, assume una notevole connotazione politica. La sfida che ci attende è quella di riuscire a passare da un federalismo di esecuzione ad un federalismo di responsabilità. Questo passaggio sarà però possibile soltanto in un contesto di coesione tra le varie regioni della Svizzera, che la Confederazione è chiamata a cementare.

 

Patrizia Pesenti
Presidente del Consiglio di Stato