VISITA DEL CANTON ZURIGO AL CANTON TICINO

Giovedì 5 settembre 2002

(secondo programma)

Saluto della Presidente del Consiglio di Stato ticinese 

avv. Patrizia Pesenti 


Signor Presidente,
signore e signori Consiglieri di Stato,
cari colleghi,
Signori Cancellieri,

a nome del Governo ticinese è per me un onore darvi il benvenuto nel nostro Cantone. 
E' sempre molto interessante incontrare i Governi di altri cantoni e confrontare le realtà cantonali e il nostro lavoro politico. 
Benvenuti! Mi auguro che questa giornata possa essere occasione per una migliore conoscenza reciproca personale e per rinsaldare i vincoli intercantonali.

Nel 1975, il prof. Angelo Rossi, un ticinese al Politecnico di Zurigo, pubblicava il saggio "Il Ticino un'economia a rimorchio". Sosteneva la tesi di un'economia dipendente dall'esterno. Quasi fosse una colonia o un retaggio del regime dei baliaggi. Le principali decisioni di gestione e di investimento, determinanti per l’identità e per lo sviluppo del cantone, venivano prese fuori da questa economia, in altri centri decisionali.
L'immagine del Ticino di quegli anni era ancora fortemente quella della Sonnestube, di un posto ove trascorrervi le vacanze.
Ci si sentiva dipendenti e perdenti.

20-30 anni dopo l’economia ticinese - e dunque il Ticino - è ancora a rimorchio?

Oggi la realtà ticinese è un'altra. Il Ticino ha costruito una sua identità e soprattutto ha forgiato una propria forza progettuale. E non solo in campo economico.

Il Ticino della piazza finanziaria luganese è anche il Ticino del Festival internazionale del cinema di Locarno, è anche terra di artisti, di scrittori, terra di scambi culturali, di affermati ricercatori, di architetti famosi (a fine pomeriggio incontreremo l’arch. Snozzi a Monte Carasso).

Il Ticino diventerà anche la sede del Tribunale penale federale, assumendo una responsabilità istituzionale d'importanza nazionale che gli fa onore.

Il Ticino, regione-cerniera tra Nord e Sud, non può ovviamente sfuggire ai cambiamenti in atto a livello internazionale. Anzi, ne è già al centro: l'asse autostradale nord-sud quotidianamente intasato di autocarri è il corridoio d'Europa, con tutte le conseguenze locali a livello ambientale e per la salute delle persone.

Il Cantone non può più far dipendere il proprio sviluppo da questa posizione tra Nord e Sud. Il Ticino può e deve andare oltre i concetti di spazio d'intermediazione tra Nord e Sud o di economia di connessione. Si tratta di rappresentazioni riduttive, che non collimano con il ruolo propositivo e le aspirazioni del Ticino di oggi.

Il peso economico e politico del nostro cantone non ci permette di certo di influenzare il corso degli eventi. Il Ticino può, però, inserirsi in questi cambiamenti, adottando non soltanto delle politiche reattive, ma partendo dalle sue potenzialità, dalle carte vincenti che sono già presenti sul territorio.

Negli anni '90 sono stati realizzati in Ticino importanti progetti. In poco tempo sono state create l'Università (ve ne ha parlato il prof. Baggiolini) e una Scuola universitaria professionale (oggi diretta dal prof. Angelo Rossi).

Accanto, ma in modo indipendente, si sono sviluppati un polo tecnologico di rilievo internazionale: il Centro svizzero di calcolo scientifico e l'Istituto di ricerca in biomedicina e l'Istituto oncologico della Svizzera italiana.

Stiamo inoltre lavorando per la creazione di un parco tecnologico ticinese, BioPolo Ticino. 
Abbiamo le potenzialità per farlo.

Il futuro del nostro Cantone sta nella formazione e nella ricerca di alto livello e nella valorizzazione delle risorse umane. Ciò tanto più per il fatto che altre regioni sviluppano questi settori e non vogliamo che vi sia una perdita di competitività del Ticino.

La posizione tra Nord e Sud implica contemporaneamente due tipi di politiche pubbliche, politiche di promozione e politiche di conservazione e di protezione. A volte possono essere conflittuali fra loro.

Per questo il nostro Governo ha scelto la strategia dello sviluppo sostenibile e durevole che permette un equilibrio nelle tre dimensioni determinanti dello sviluppo: economica, sociale e ambientale.

Stiamo inoltre sviluppando studi d’impatto delle decisioni politiche in ambito non sanitario sul benessere della popolazione. E rafforzando la dimensione interdipartimentale dei progetti e delle politiche.

Nelle prossime settimane presenteremo gli indirizzi a lungo termine per il nostro Cantone. Vorremmo tracciare il Ticino di domani, rispondere ai bisogni e alle aspettative dei cittadini. Vorremmo coniugare efficienza economica e equità sociale e preservare l'ambiente di vita naturale.

Sì perché il nostro Cantone ha anche molti problemi da affrontare, come tutti i cantoni, del resto. 
In Ticino i salari sono più bassi della media svizzera, i premi dell’assicurazione malattia fra i più alti a livello nazionale, la disoccupazione è in aumento ogni mese, nel mercato del lavoro si è insinuata la precarietà. Anche in Ticino abbiamo i working poor.

Il nostro Collegio ha la ferma volontà di dare adeguate risposte ai cittadini e alle forze economiche, sociali e culturali del Cantone. Per quel Ticino, che ho cercato di illustrarvi brevemente. 
Un Ticino progettuale, innovativo, che crede nelle sue forze migliori. All’insegna di un federalismo rivitalizzato volto a dare maggiore autonomia e responsabilità ai Cantoni. Il tutto però in un contesto di coesione tra le varie regioni della Svizzera, che la Confederazione è tenuta a cementare.

 

Patrizia Pesenti
Presidente del Consiglio di Stato