In Ticino il mercato del lavoro è sempre più esposto agli effetti dell’invecchiamento demografico. Le generazioni dei baby boomer stanno progressivamente raggiungendo l’età della pensione, rendendo il ricambio generazionale una sfida sempre più concreta.

L’analisi dei dati della Rilevazione della struttura dei salari (2012-2022) mette in evidenzia questo fenomeno attraverso due indicatori: l’indice di sostituzione, che confronta i lavoratori di 40-64 anni con quelli di 15-39 anni, e l’indice di sostituzione stretto, che rapporta chi è prossimo al pensionamento (ha almeno 55 anni) e chi è recentemente entrato nel mercato del lavoro.

Nel complesso, entrambi gli indici mostrano come lo squilibrio generazionale si sia ampliato in maniera importante nel corso del decennio analizzato. Il quadro che emerge è differenziato: nel settore secondario lo squilibrio è cresciuto in modo marcato, mentre nel terziario la pressione appare più contenuta. Tuttavia, si riscontrano forti differenze tra i diversi comparti: ad esempio, nel terziario l’informatica e il sociosanitario mostrano indici maggiori e crescenti difficoltà nel reperire personale qualificato.

Questi indicatori offrono una prima lettura del rischio di squilibrio generazionale, ma da soli non bastano a stimare l’effettiva carenza di manodopera. Per una valutazione più completa servono analisi che integrino altri fattori specifici delle singole realtà economiche, come l’evoluzione delle competenze richieste, le dinamiche occupazionali o quelle migratorie. 

Comunicazione del 29.7.2025

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Maurizio Bigotta e Vincenza Giancone (Ustat)
Giubiasco, 2025, 6 pagine
Data di pubblicazione: 29.07.2025

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