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8 gennaio 1537, Bignasco
Ratifica di sentenza, Instrumentum ratifficationis et amoligationis
Nella lite tra il comune e gli uomini di Cavergno, da una parte, e Guglielmo e i suoi fratelli, figli del fu Giovanni Antonio Giacometti di Cavergno, abitanti a Bignasco, dall'altra, relativa alla strada che per linea retta va a «Foyoyo» e per il corte «del Faedo», il podestà e commissario di Vallemaggia e Lavizzara Rudolf Mad di Glarona aveva pronunciato una sentenza contro la quale i detti fratelli si erano appellati (cfr. ASTi, Pergamene, Comune di Cavergno 45). Ora Guglielmo, volendo evitare spese giudiziarie, su richiesta di Adamo di Antonio Rossi e di Zane di Giacomo Rossi di Cavergno, agenti a nome del detto comune, nonché del notaio rogatario Cristoforo del Ponte, riconosce la sentenza in questione, promettendo di rispettarla in ogni suo punto.
19 febbraio 1565, Bignasco
Vendita, Instrumentum venditionis
Alessio del fu Guglielmo Mozi di Bignasco vende ad Anselmino Martinazzi di Cavergno un campo situato nel territorio e nella campagna di Cavergno «al Valla», al prezzo di 20 scudi d'oro.
<(ca. 1567?)>, Ascona
Procura, <...>
I vicini di Ascona nominano rappresentanti per procedere alla vendita degli alpi della Bolla e di Froda, situati nel territorio di Peccia. (Frammento)
<(ca. 1567?)>, <Ascona>
Vendita, Instrumentum venditionis
I rappresentanti del comune di Ascona vendono al comune di Peccia, rappresentato dal console Giacomo del fu Giovanni «Iovanotti» e da <...> il diritto di pascolo per 16 pastori spettante al comune e agli uomini di Ascona e Ronco sugli alpi della Bolla e di Froda, situati nel territorio di Peccia. Il prezzo della vendita è di 14.500 lire di terzoli. (Frammento).
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