Descrizione |
Ritratto di gruppo della famiglia Gianella in occasione delle nozze d'argento di Ferdinando con la seconda moglie Giulia Andreoli Gianella. Prima fila (da sinistra): Annita, Riccardo, Pia con Lycia, Ferdinando (seduto su una poltrona), Giulia e Inez (sedute), Plinio, Vincenzo. Sulla scala (da sinistra), Maria, Bianca, Ezio, Laura |
Riferimenti |
Nelle sue agendine Ferdinando Gianella scrive (24.9.1910): “Celebrato mie nozze d’argento. Servizio divino, pranzo con 11 figli. Aurelio manca di proposito lo che ci pone in malo umore [...]. Due pose fotografiche benissimo riuscite: parecchie positive”; (25.9.1910): "Lavorato a tirar positive del gruppo d'jeri [...]"; (26.9.1910): "Tiratura di parecchie copie gruppi di sabato [...]"; (27.9.1910): "Tiratura di copie dei gruppi di sabato saccheggiati mano a mano dalla tribù [...]"; (28.9.1910): "Tiratura di copie dei gruppi d'jeri [...]"
In una lettera alla zia Giulia Gianella, Giovanni Baggi scrive (New York, 2.2.1911): “Ben presto, e senza accorgermi, se niente mi succede, sarò anche io così vecchio come lui, colla sola differenza che quando celebrerò le mie nozze argentine, invece di mostrare dodici rampolli nella fotografia, vi saranno soltanto i due vecchi tronchi, nessuno da spargere una lagrima sulla nostra tomba, nessuno da chiuderci gli occhi all’eternità. Di tante fotografie del medesimo genere che ricevetti in questi anni passati, bisogna ammettere che l’ultima pervenutami da lei è qualche cosa di unico, merita di essere premiata, per quanto rappresenta il vecchio della Montagna, all’apice della sua gloria, della sua contentezza e felicità; sul volto tiene dipinto una espressione di soddisfazione (non dirò vanità), convinto di aver fatto il suo dovere in pieno verso la famiglia, verso la patria, verso l’umanità ed ultimo ma nemmeno, osservando un passaggio della Sacra Bibbia, anche verso il suo creatore. Il tempo non sarà lungi che questa fotografia diventerà una rarità, una reliquia, un ricordo vivo ed evidente di un campione di umanità il quale i figli, i parenti, amici e nemici anche, non mancheranno di apprezzare, ed ammirare con venerazione e rispetto ed esclamare “Ecce homo”: ma… dove era Aurelio, a caccia forse? Possibile che essendo così vicino, doveva proprio, in quel momento, l’unica, la solenne occasione, trovarsi si lontano? O forse che uno di più avrebbe spezzato la filma? Per la di lei gentilezza e bel pensiero col mandarmi la tanto pregiata fotografia, grazie moltissime e di cuore, la contraccambierò i complimenti nell’occasione delle nostre nozze argentine, le quali non distano di molto” (sc. 35.2.4) |