GDL 9/26: La disdetta dev'essere tempestivamente ricevuta dal destinatario: le conseguenze di un eventuale disguido postale restano a carico del mittente
II Camera civile in re O. / R. del 7 febbraio 2003

26. Art. 271 e segg. CO

La disdetta dev'essere tempestivamente ricevuta dal destinatario: le conseguenze di un eventuale disguido postale restano a carico del mittente

Una disdetta, consegnata tardivamente al locatore, diviene efficace unicamente per la prossima scadenza contrattuale e legale, dovendo l'inquilino sopportare le eventuali negligenze del Servizio postale che interviene quale ausiliario del mittente.

Il pagamento della pigione deve ancora avvenire anche se il conduttore ha erroneamente riconsegnato il bene locato alla scadenza indicata nella disdetta intimata in ritardo dal Servizio postale.

Il locatore, dopo l'erronea riconsegna del bene locato, deve comunque intraprendere secondo i principi della buona fede tutto quanto gli è possibile per rilocarlo.

II Camera civile in re O. / R. del 7 febbraio 2003

Estratto dai considerandi

 

In fatto e in diritto:

 

1. R.R. ha dato in locazione a D. e M.O. un appartamento e un garage siti nello stabile Residenza N. a P. Il contratto ha preso inizio il 1° luglio 1998 e poteva essere disdetto, con preavviso di tre mesi, la prima volta per il 29 giugno 1999. La pigione è stata pattuita in fr. 1'600.-- mensili oltre all'acconto per le spese accessorie e in fr. 100.-- mensili per il garage.

 

Con lettera-raccomandata 8 marzo 1999, consegnata alla Posta quello stesso giorno, i coniugi O. hanno comunicato la disdetta della locazione con effetto al 29 giugno 1999. Purtroppo, per un disguido addebitabile alla Posta, la lettera di disdetta è stata recapitata solo il 12 maggio 1999 ed il locatore, non essendogli pervenuta la disdetta prima della fine di marzo 1999, ne ha contestato la validità avanti all'Ufficio di conciliazione e in seguito avanti al Pretore. Questi, con sentenza del 19 novembre 1999, rimasta incontestata, ha stabilito che la disdetta in questione non esplicava effetti per il termine voluto dai locatari ma invece solo per il prossimo termine ordinario del 29 giugno 2000.

 

2. Nel frattempo i coniugi O. hanno lasciato l'appartamento per la fine di giugno 1999 senza più versare la pigione. Il 5 settembre 2000 R.R. ha pertanto fatto spiccare un precetto esecutivo nei confronti del solo D.O. per l'incasso dell'importo di fr. 21'457.40 oltre interessi, pari alle pigioni arretrate di un anno ed agli importi dovuti per tutte le spese accessorie. L'opposizione interposta al precetto è stata rigettata, con decisione 11 ottobre 2000, in via provvisoria per fr. 19'958.-- oltre interessi, corrispondenti all'importo delle pigioni scadute e non pagate.

 

3. Con l'istanza che ci occupa, dopo il fallimento della procedura di conciliazione, D.O. ha chiesto il disconoscimento del debito. A mente dell'istante, senza l'errore commesso dalla Posta, circostanza ammessa e riconosciuta da quest'ultima, la disdetta sarebbe pervenuta al convenuto tempestivamente e avrebbe espletato i suoi effetti a far tempo dal 29 giugno 1999. Egli ritiene così di essere liberato da ogni obbligo contrattuale poiché la colpa del terzo ha una rilevanza tale da interrompere ogni nesso di causalità, tanto più che egli aveva avvertito oralmente il locatore, già prima dell'invio della disdetta, della sua intenzione di lasciare l'appartamento per il 29 giugno 1999. Rimprovera inoltre al convenuto di non aver impiegato la necessaria diligenza per rilocare l'appartamento entro termini ragionevoli.

 

4. Con il querelato giudizio il Pretore ha parzialmente accolto l'istanza e ha rigettato l'opposizione in via definitiva limitatamente all'importo di fr. 15'093.50 oltre interessi. Secondo il giudice di prime cure è incontestabile che il rapporto di locazione tra le parti si è sciolto con effetto dal 29 giugno 2000, come del resto già giudicato nella procedura di contestazione della disdetta, e che l'istante, giusta l'art. 264 CO, avrebbe dovuto proporre un nuovo conduttore solvibile per poter riconsegnare anticipatamente l'ente locato il 29 giugno 1999 e con ciò liberarsi dai suoi obblighi verso il convenuto.

 

Non avendo provveduto in tal senso, l'istante è tenuto al pagamento del corrispettivo dal 1° luglio 1999 sino al 29 giugno 2000. Tuttavia, tenuto conto che il convenuto non aveva intrapreso tutto quanto era da lui esigibile per ridurre il danno giusta gli artt. 264 cpv. 3 e 44 CO, il Pretore ha limitato l'obbligo dell'istante al pagamento della pigione e delle spese dell'appartamento fino al 31 marzo 2000 e del corrispettivo per il garage fino al 30 novembre 1999.

 

5. Con l'appello l'istante rimprovera al Pretore di aver ritenuto applicabile alla fattispecie l'art. 264 CO perché lex specialis, e con ciò di avergli negato la prova liberatoria di cui all'art. 97 cpv. 1 CO. A suo dire, trattandosi nel caso di specie di un'inadempienza contrattuale, parallelamente al disposto di legge di cui all'art. 264 CO, sarebbero applicabili anche gli artt. 97 e segg. CO, ovvero le norme speciali in materia di inadempimento di un'obbligazione. In base a queste disposizioni egli, avendo adottato tutte le misure necessarie e ipotizzabili affinché il termine utile di disdetta fosse salvaguardato, ritiene di aver sufficientemente provato che nessuna colpa gli era imputabile e di aver dunque soddisfatto l'onere probatorio impostogli dall'art. 97 cpv. 1 CO, così che non si poteva pretendere che egli pagasse le pigioni dal 1° luglio 1999 al 31 marzo 2000.

 

Inoltre sostiene che un periodo di sei mesi era più che sufficiente per rilocare l'appartamento e chiede quindi, in via subordinata, che l'eventuale suo obbligo di pagamento sia limitato al 31 dicembre 1999.

 

Con le osservazioni 15 luglio 2002 il convenuto si oppone all'appello. Egli sostiene in sostanza che alla fattispecie non sarebbero applicabili né l'art. 264 CO né tantomeno gli artt. 97 e segg. CO. A mente del convenuto, in presenza di un contratto di locazione con scadenza al 29 giugno 2000, l'istante era tenuto al pagamento dei corrispettivi sino a tale data. Contesta ogni addebito mosso nei suoi confronti per la mancata rilocazione dell'ente locato prima dello spirare del termine della disdetta e rileva il totale disinteresse dell'istante a questo proposito.

 

6. Le argomentazioni dell'appellante per giustificare la sua inadempienza nel pagamento della pigione si rifanno alla sua conclamata assenza di qualsiasi colpa riferita alla notifica tardiva, per la disfunzione del servizio postale, della disdetta.

 

Ora il collegamento tra l'errore della Posta ed il mancato pagamento della pigione, quasi fosse il primo la causa naturale del secondo rispettivamente rappresentasse un elemento atto a liberare l'attore dalla colpa di non aver fatto fronte al suo obbligo contrattuale, è improponibile poiché il disguido postale ha determinato unicamente il quesito a sapere se la disdetta era tempestiva e quindi se il contratto di locazione era stato validamente o meno rescisso per la scadenza di fine giugno 1999. Infatti, quell'errore ha interessato unicamente il diritto del locatario di dare disdetta dalla locazione secondo le condizioni contrattuali. Il relativo problema giuridico ha trovato soluzione giudiziaria nella sentenza, cresciuta in giudicato, del 19 novembre 1999 con la quale il Pretore ha deciso che la disdetta, consegnata tardivamente al locatore, era inefficace per la scadenza che indicava ma poteva avere effetto unicamente per il 29 giugno 2000. La successiva inadempienza del conduttore è la conseguenza del perdurare dell'esistenza e della validità del contratto di locazione che, siccome già accertato giudiziariamente e definitivamente, non può più qui essere messo in discussione. Del resto quel giudicato è perfettamente conforme alla legge ed alla giurisprudenza, potendosi ancora aggiungere che il locatario sopporta, nei confronti del suo locatore le conseguenze della negligenza della Posta, intesa quale sua mandataria nel contratto di trasporto con il compito di recapitare la lettera di disdetta, fatta salva una sua pretesa per risarcimento del danno nei confronti del trasportatore (Koch, Einige Merkwürdigkeiten bei den neuen AGB "Postdienstleistungen" der Schweizerischen Post, in SJZ, 1998, 457). Di fronte ad un contratto di locazione valido ed operante l'inadempienza nel pagamento della pigione ricade unicamente sul locatario il quale, come tenta di fare in causa, non può giustificarla con un apprezzamento erroneo della situazione giuridica.

 

7. L'inadempienza è data anche se il conduttore ha restituito l'appartamento poiché non ha proposto un nuovo conduttore (art. 264 cpv. 2 CO). Tuttavia il locatore, durante il periodo in cui l'ente locato rimane vuoto, deve intraprendere, secondo i principi della buona fede, tutto quanto gli è possibile per rilocarlo e lasciarsi imputare, sul corrispettivo dovuto, tutto quanto ha potuto altrimenti ricavare (art. 264 cpv. 3 lett. b CO). (Con la conseguenza che il giudizio pretorile viene confermato, N.d.A.).